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“TimeTo beCareful –”. Da questa settimana produce schermi facciali e visiere protettive in polietilene  di alta qualità certificata CE, dispenser per igienizzanti, divisori e paratie di protezione su misura per farmacie uffici, aziende, negozi, hotel, ristoranti.

TimeTo beCareful  nasce  da quattro aziende tra San Marino e Pesaro: “FormPack”, “Marlù Gioielli”, “Giemme Cut”, e “Trilogy”. Hanno messo in comune le rispettive competenze e attività nei settori di stampa digitale e lavorazione laser, 3D, di Pvc e polietilene e policarbonati  molto  resistenti , moda, progettazione, design, logistica, distribuzione commerciale e comunicazione. Obiettivi: avviare manifattura locale di prodotti fino a 2 mesi fa al 90% importati da altri Paesi, soddisfare subito bisogno strumenti prevenzione sanitaria, garantire occupazione dipendenti e nuove prospettive di lavoro.

“Marlù Gioielli” creatrice del nuovo marchio aziendale mette a disposizione, in modalità agile, design, comunicazione e la sua rete logistica nazionale, che copre i suoli oltre 30 negozi monomarca e mille punti vendita. Mentre, “Trilogy”, offre il contributo dei suoi agenti e distributori. “FormPack” e “Giemme Cut”  mettono  a disposizione le loro  fabbriche e i  macchinari  necessari  alla produzione.

Le prime mille  visiere protettive realizzate sono  state donate  agli operatori delle forze dell’orine italiane e all’ospedale di  San Marino  e Pesaro. Gli obiettivi produttivi immediati sono di raggiungere entro fine mese realizzazione e distribuzione di 40.000  Garantendo inoltre pieno lavoro per 60 collaboratori.

Il nuovo modello di risposta imprenditoriale a emergenza sanitaria e economica, nasce dall’esperienze di solidarietà e condivisione vissute negli ultimi due mesi dai titolari delle aziende coinvolte che hanno  creato  il  marchio di “Timeto beCareful” .

Per noi è una scelta industriale precisa, riconvertiamo rimettiamo in moto una parte della macchina e apriamo nuove prospettive di sviluppo in un settore oggi strategico. L’esperienza insegna che anche in futuro, certamente e fortunatamente in quantità ridotte rispetto a oggi, queste produzioni devono rimanere parte del patrimonio manifatturiero di un Paese. Delocalizzare per abbattere costi, legarsi solo al mercato globale, è una scelta che va ripensata e valutata con molta attenzione. Anche da noi imprese”.